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Terrasini: quod non fecerunt barbari....

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Quod non fecerunt barbari…..

 

Sulla snaturazione e devastazione del Territorio di Terrasini negli ultimi anni

 

Piazzetta Titì Consiglio

E’ l’ultima trovata con cui si sta assestando il colpo definitivo al centro storico di Terrasini e si dirotta, anzi si sperpera il denaro pubblico per realizzare attività che snaturano l’originaria struttura del paese: sono stati installati dei lunghi pali d’acciaio, in piazzetta Titì Consiglio, che dovrebbero sostenere una struttura di copertura a protezione di un non meglio precisato mercato contadino che dovrebbe vendere i prodotti agricoli locali in quella zona. La piazzetta è situata alle spalle della piazza centrale, ed è stata intestata a uno dei tanti sindaci di Terrasini appartenente a una famiglia di notabili locali, il cui solo il merito fu quello di essere fratello di un altro sindaco, che era il principale responsabile della Democrazia Cristiana di Terrasini negli anni 60 e 70 e che abitava in quel posto. Si potrebbe obiettare che ormai l’agricoltura a Terrasini non esiste più e che non ci sono più aree agricole, malgrado le indicazioni del piano regolatore. Anche per quel che riguarda la zootecnia e i suoi prodotti, il tutto si riduce a due o tre piccole aziende di prodotti caseari, che ancora resistono alla crisi e alle tasse. Ma tutto questo non ferma la fervida fantasia di progettisti che riescono a fare finanziare i loro progetti e quindi a realizzare profitti, anche se di dubbia utilità.

 

Piazza Duomo

Già, nello scorso anno è  stata effettuata una radicale deformazione di Piazza Duomo, con l’espianto dei centenari alberi di ficus beniamina, che creavano attorno all’habitat una armoniosa cintura di verde, e con la realizzazione di un pavimento in lastre bianche, che d’estate creano un’atmosfera abbagliante e una sensazione di squallore. Per contro sono stati realizzati spazi maggiori per i proprietari dei bar, che hanno in concessione porzioni di piazza dove hanno installato sedie e tavolini per vendere a prezzi esorbitanti bibite e gelati. Insomma, ciò che era un bene di tutti è diventato un luogo privato, dove è possibile sedersi gratuitamente solo su impossibili panchine ideate dal genio creativo del solito “esperto”  dell’Ufficio tecnico.

 

La gru colorata

Prima di ciò era stata compiuta un’altra bravata con l’installazione, nell’attigua piazzetta San Giuseppe, dentro la fontana centrale, di una raccapricciante gru  colorata, realizzata in tubi metallici, forse per ricordare che gli originari proprietari di Terrasini erano i La Grua Talamanca, signori di Carini, nel cui stemma, che è anche lo stemma del Comune di Terrasini, è raffigurata una gru,. Uno sgorbio  che non ha nulla a che fare con la raccolta dignità del posto, alle spalle della chiesa e del convento delle suore domenicane.

 

Torre Alba e Torre Toleda

Il processo di devastazione ambientale è andato  avanti a ritmo pieno  con il criminale restauro di Torre Alba: mai vista una torre di guardia del 1600 dipinta di bianco con un preparato che, in meno di un anno ha cominciato a scrostarsi. Per di più, a godere di questo pseudo restauro, forse saranno gli originari proprietari, che hanno vinto la causa contro il comune. Nel tentativo di ottenere qualche altro finanziamento o di dimostrare che il comune aveva già occupato l’immobile, l’architetto Carano ha ideato di farne sede di una parte della biblioteca Comunale: una trovata incredibile che costringerebbe gli utenti della biblioteca a spostarsi di un chilometro per avere accesso a quanto da loro ricercato.

 

Non una parola, non una richiesta di intervento, non un allarme è stato sprecato per impedire il disfacimento di Torre Toleda, alias la torre di Paternella, appartenente al circuito di torri camilliane costruite nel 1600 per presidiare le coste siciliane rispetto alle incursioni barbaresche

 

Il Solarium

La deformazione delle bellezze naturali ha trovato la sua migliore espressione nel mostro costruito sotto la piazzetta Belvedere, in una zona che sinora era stata preservata dalle speculazioni. La bella piazzetta Piazzetta Terzo Millennio, ribattezzata dai Terrasinesi “Piazzetta degli innamorati, da cui era possibile  vedere un panorama bellissimo, dalle scogliere di Calarossa ai tramonti di San Vito Lo Capo, è diventato un posto invivibile per il traffico di macchine e per la presenza di un mostro prefabbricato che ostruisce la visuale e al quale è stato dato il permesso di occupare un Sito di Interesse Comunitario, in una zona dove in un cartello è scritto: “Divieto di accesso”.

 

Barberini, Cucinella e CaranoEsisteva nella  Roma papale una statua, chiamata “Pasquino”, dove i cittadini appendevano frasi di critica e proprie considerazioni sull’operato di papi, cardinali e nobili. Intorno al 1640. grazie all’elezione di papa Urbano VIII, la potente famiglia dei Barberini realizzò una serie di lavori, distruggendo opere e monumenti di età romana. La più grave di queste fu la demolizione delle colonne di bronzo del Pantheon, per la costruzione dei cannoni di Castel Sant’Angelo e del trono papale nella chiesa di San Pietro. In questa circostanza comparve, al collo del Pasquino, una frase rimasta famosa: “Quod non fecerunt barbari, fecerunt Barberini”.  Ciò che non fecero i barbari (ovvero la distruzione completa di Roma), lo fece la famiglia dei Barberini. Ebbene, possiamo dire che “Quod non fecerunt ceteri sindaci, fecerunt  Cucinella et Caranus”. Dove Cucinella è l’attuale sindaco di Terrasini, ma al quale sarebbe ingeneroso addossare tutte le colpe, che invece ricadono anche su passati sindaci e amministratori e sugli attuali responsabili  dell’ufficio Tecnico Comunale, in particolare sull’architetto Carano e su una serie di collaboratori e amici che  hanno in mano il paese e realizzano   progetti, hanno la capacità di farli approvare, finanziare e di realizzare i lavori, senza preoccuparsi di rispettare il contesto storico e architettonico del paese. Dietro di essi  c’è un organizzato clan di architetti, ingegneri, professionisti e uomini politici che agiscono nella perfetta impunità, come razza padrona. Al confronto, i passati tecnici comunali, come il geometra Abbate, che si sono opposti a speculazioni, cercando di conservare integra la costa, assumono una dignità di persone responsabili e degne di rispetto.

 

Per finire

Altre urgenze sarebbero necessarie, come la messa in sicurezza del costone della Praiola e la sistemazione delle scale di accesso, per non parlare del depuratore e di quel che ruota attorno al progetto di ubicazione nelle cave di Paterna. E invece si continua a vendere quel poco che si ha, come interi pezzi di strada, su cui viene interrotto e deviato il traffico, per dare spazio a venditori di pizze, di bocadillos, di pietanze che ben poco hanno a che fare con i sapori e le tradizioni locali.

Per completare il processo di devastazione, ormai sono rimaste due possibilità e due luoghi: la concessione a qualche gruppo di privati intraprendenti, della spiaggetta della Praiola e l’installazione di qualche altro mostro prefabbricato alla Maidduzza, nello spazio che scende verso la Grotta Perciata. Poi tutto sarà consumato.

Ci si chiede, dove sta la Soprintendenza ai Beni Culturali e perché non interviene, Ma non si tratta solo di Sovrintendenza: tanti altri uffici regionali, ai quali è affidata la tutela del territorio, dimostrano superficialità e incompetenza nel rilasciare licenze e permessi ai loro amici e nel rendere difficile la vita ai comuni cittadini

Il paese, a parte qualche occasionale manifestazione, soprattutto per il problema dei rifiuti, accetta passivamente tutto o si lamenta sul web, cui hanno accesso pochi utenti. E comunque, pare stia nascendo un comitato che si vuole opporre, tardivamente,  al progetto di Piazza Titì Consiglio:  come al solito, quando tutto si sta facendo o è già stato fatto. Cioè troppo tardi.

(Salvo Vitale)

 

 

 

 

 

( 20 agosto 2014 )



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