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Depistaggi: nell'anniversario ella strage di Alcamo Marina

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Depistaggi: Nell’anniversario della strage di Alcamo marina

 

(Salvo Vitale)

 

27 gennaio 1976: presso la casermetta di Alcamo Marina vennero uccisi due giovanissimi carabinieri, Carmine Apuzzo e Salvatore Falcetta: una strage a sangue freddo, della quale, all’inizio furono incolpati quattro  alcamesi (Gulotta, Santangelo, Ferrantelli ,Vesco) e un partinicese (Mandalà). Dei cinque  Mandalà è morto in carcere di cancro, Vesco , come scritto da lui stesso alla madre, “è stato suicidato”  sei mesi dopo il suo arresto, impiccato alle sbarre della sua cella, malgrado avesse un braccio solo, Gulotta, massacrato di botte , assieme a Ferrantelli e Santangelo, è stato costretto  a confessare  un delitto che non aveva commesso , è stato condannato all’ergastolo e liberato dopo 20 anni, perché riconosciuto innocente:  gli altri due sono scappati in Brasile.

Ma il caso di Vesco è ancora più inquietante:  si è detto che era un anarchico, ma forse neanche lui sapeva di esserlo. Venne  arrestato alcuni giorni dopo il delitto, perché trovato in possesso di una pistola; durante una sua precedente detenzione al carcere di Favignana avrebbe frequentato un brigatista rosso che gli avrebbe fatto “prendere coscienza”.  Chi conduceva le indagini, si è lanciato a testa bassa verso un’ipotetica pista rossa incolpando prima le Brigate Rosse, che hanno subito smentito, e poi effettuando una serie di perquisizioni presso le case di esponenti noti di estrema sinistra, , cinque a Castellammare e tre a Cinisi, compresa quella presso  la casa di Peppino Impastato.

Si è scritto su qualche giornale che Peppino avrebbe raccolto in una “cartelletta” elementi riguardanti la strage di Alcamo e che quella specie di dossier  non si è più trovato.  Di vero c’è solo che i compagni di Castellammare e quelli di Cinisi, vicini a Lotta Continua,  scrissero un volantino sull’episodio, ma nessuno  ricorda l’esistenza di cartellette, né, come ci è capitato di leggere in un’altra notizia stampa,  che Peppino raccogliesse elementi da trasmettere sulla sua radio, anche perché in quel periodo Radio Aut non esisteva ancora. Purtroppo  di ciò su cui non c’è nulla si può dire di tutto.

E così abbiamo altri elementi per fantasticare: Russo, o un suo uomo di fiducia,  conduce le indagini ad Alcamo e compie la perquisizione a casa di Peppino, Russo è molto vicino a Badalamenti,  cognato del boss di Alcamo  Rimi, che avrebbe deciso l’eliminazione dei due carabinieri, testimoni di un passaggio di armi dalla mafia a Gladio, oppure da Gladio alla mafia. Tutto questo non vuol dire niente o ben poco se non ci sono riscontri che consentano di andare oltre le coincidenze o le presenze comuni.  Di fatto e di concreto ci sono i corpi di due giovanissime vittime che magari, al momento della loro morte, non hanno avuto il tempo di chiedersi: perché? 

( 28 gennaio 2015 )



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