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Catania: Peppino Impastato censurato dal preside

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Peppino Impastato, censurato dal preside In evidenza

  • Prima hanno dovuto togliere il volto di Peppino. Poi è stato chiesto loro di cambiare la frase, «troppo forte» per stare sul muro esterno dell'istituto, che si trova al villaggio Dusmet. «Alla fine ci hanno detto: "Fatelo da un'altra parte"», racconta un giovane promotore. Il caso arriverà presto in consiglio comunale.
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Il primo murales "censurato"Il primo murales "censurato"

«Senza mezze parole: ci sentiamo presi in giro. Intorno alla nostra proposta si è generato un muro di imbarazzante silenzio che sta uccidendo di nuovo Peppino Impastato e i suoi ideali». Gli studenti del liceo Galileo Galilei aspettano il  della preside, la professoressa Gabriella Chisari, da mesi. Vogliono realizzare, sul muro esterno del loro istituto, un murales con il volto di Peppino Impastato, il giornalista e attivista di Cinisi ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978. Accanto al volto di Peppino, la frase scritta su uno striscione e portata in corteo dai suoi compagni il giorno del suo funerale: «La mafia uccide, il silenzio pure». «Ma la dirigente ci ha detto, cito testualmente, che un volto con una citazione accanto erano un'immagine "desueta" e che quindi andava cambiata», racconta Simone Dei Pieri22 anni, ex rappresentante La terza e ultima versione. Bocciata anche questa, il progetto del murales sembra essere naufragato
del Galilei e responsabile dell'associazione giovanile Atlas, promotrice dell'iniziativa assieme al club service Interact Catania Ovest.

Il percorso per la realizzazione del dipinto è iniziato a luglio quando Simone Dei Pieri e il giovanissimo Riccardo Foti16 anni, studente del Galilei e rappresentante di Interact, sono andati al Comune di Catania a presentare la loro proposta. Nel loro immaginario, il muro esterno della scuola — frequentata da entrambi, anch

La seconda proposta, anch'essa bocciata

e se in anni diversi — avrebbe dovuto mandare un forte messaggio di antimafia. A realizzarlo sarebbe stato Vincenzo Magno, giovane artista etneo, adesso studente dell'accademia di Belle arti di Bologna. La prima risposta affermativa viene dall'assessore all'Urbanistica Salvo Di Salvo: è lui a concedere la prima approvazione, vincolata all'accettazione dell'idea da parte della dirigente del liceo Galileo Galilei. È a questo punto che, quasi prima ancora di iniziare, l'iter si ferma.

 

«Da sempre ci occupiamo del tema della legalità e avevamo pensato a un murales a scuola per dare un segnale forte agli studenti», continua Dei Pieri. «La zona, peraltro, non è delle migliori», prosegue il giovane. È ilvillaggio Dusmet, nella seconda circoscrizione. Che, da San Giovanni Li Cuti e Ognina, passa per Picanello e arriva fino a oltre la circonvallazione. «Ci è stato detto — spiega — che la frase era troppo forte, che non andava bene perché troppo diretta. E poi c'era quel problema di Peppino Impastato, la sua figura non andava bene». Così hanno cambiato tutto: niente Impastato. Al suo posto, i binari della ferrovia dove è stato fatto ritrovare il suo corpo, e un 
uomo — con coppola e lupara — con un giornale aperto: «La mafia uccide, il silenzio pure» è scritto sulle pagine del quotidiano. Ma neanche questa opzione è stata giudicata praticabile. Allora Vincenzo Magno, che avrebbe dovuto essere l'autore del murales, ha creato un'altra bozza: di nuovo i binari, ma al posto di un solo uomo ce ne sono tre, di spalle: due giovani e un professionista in giacca. «Ma anche la terza versione è stata rigettata. A questo punto la preside ci ha chiesto di cambiare il tema. Di fare un murales più educativo», ricorda il sedicenne Riccardo Foti. «Noi ci siamo rifiutati — sostiene — L'idea era di lanciare un messaggio, cambiando tema non sarebbe più stata la stessa cosa. Così la preside ci ha risposto: "Fatelo da un'altra parte"». 

 

Fonte:http://catania.meridionews.it/articolo/32521/liceo-galilei-preside-ferma-il-murales-con-impastato-studenti-protestano-il-silenzio-lo-uccide-di-nuo

( 28 marzo 2015 )



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