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Gli amici di Alfano

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Gli amici di Alfano ad Agrigento

 

L’elenco di tutti gli amici e compari del ministro Alfano è lungo e,  nessuno di loro se la passa male. Ad esempio, un suo compare d’anello, Sergio Vella, è riuscito a diventare uno dei più grossi imprenditori siciliani che si occupano di rifiuti speciali e pericolosi. Lo conoscono tutti quanti, in Sicilia, perché ai tempi del governo Cuffaro, detto Vasa Vasa, grazie all’allora assessore regionale, il canicattinese Vincenzo Lo Giudice, più comunemente conosciuto come Mangialasagni (entrambi, Vasa Vasa e Mangialasagni sono stati condannati in via definitiva per mafia), il Vella ha ottenuto tutte le necessarie autorizzazioni per svolgere questa sua delicata attività, al servizio di enti pubblici ed aziende private. La sua, nel giro di pochi anni, in termini di volumi di affari, è stata una scalata repentina. Con la sua società denominata SEAP ha ricevuto, da un decennio a questa parte, una lunga serie di affidamenti diretti dei servizi raccolta e dello smaltimento dei rifiuti, da parte delle varie società d’ambito, per svariate centinaia di milioni di euro. Il Vella ha gestito i servizi di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti per conto di centinaia di comuni siciliani, e non solo che non hanno più fatto gare d’appalto, preferendo, in maniera riteniamo illegittima, affidare tali servizi sempre alle stesse ditte. Infatti assieme a quella del compare del ministro, Angelino Alfano, Sergio Vella, nel versante occidentale della Sicilia, sono 4 le società che hanno assicurato, da un decennio a questa parte, tali servizi di igiene ambientale per oltre un miliardo di euro, affidati senza gare d’appalto. Si tratta di una vera e propria SQUADRA che annovera oltre alla SEAP del compare di Alfano, anche la SAP, l’ISEDA e la Catanzaro Costruzioni . Quest’ultima società gestisce la più grande discarica privata siciliana, quella di Siculiana, nell’Agrigentino ed è di proprietà del vicepresidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro. Le uniche gare che conosciamo in provincia di Agrigento, nel settore dei servizi pubblici sono quelle sportive. Di gare d’appalto ad evidenza pubblica, per gestire rifiuti o centri di accoglienza, manco a parlarne. Anche se, se non sbaglio, c’era una volta in Italia ed in Sicilia una legge che prevedeva che, per affidare dei servizi i cui importi superano i 40 mila euro complessivi, si deve far ricorso all’asta pubblica e non alla trattativa privata. Nel caso nostro, trattandosi di centri di accoglienza per immigrati, quali quello di Lampedusa, affidato nel 2014 direttamente, senza gara, per 4 milioni e mezzo di euro l'anno dalla Prefettura di Agrigento, che può ospitare più di 500 immigrati o di servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti del valore di qualche miliardo, riteniamo che la legge, in questi casi, prevede proprio l’asta pubblica. Tranne che, ed a pensar male a volte ci si azzecca, l’essere parente, amico o compare di… serva a qualcosa e, soprattutto serve a qualcuno per fare affari, non sempre del tutto legittimi, magari provocando disastri economici e/o ambientali ai danni dei nostri territori, di cittadini ed imprese, vessati, a più non posso, da tariffe i cui importi, in Sicilia, se ci riferiamo ad esempio alle tasse sui rifiuti, sono, in valore assoluto, il triplo della media nazionale.

 

Salvatore Petrotto

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( 13 agosto 2015 )



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