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Una lettera dalla Calabria (Andrea)

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Cento paasi, un solo ideale

Ciao Salvo, sono Andrea il ragazzo della Consulta giovanile che ti ha invitato a Santa Domenica Talao.  Qualche giorno fa il vicinissimo comune di Scalea alle prime luci dell'alba è stato svegliato di nuovo dalle sirene dei Carabinieri.  L'operazione l'hanno chiamata Plinius II. In pochi mesi dopo l'estate del 2013 la ndrangheta era riuscita a riorganizzarsi. Una cosca presente dagli anni 80 ma che solo negli ultimi due ha accusato qualche colpo. A volte mi chiedo se nel mio territorio si è fatto abbastanza negli ultimi venti anni. A volte credo che non si sia fatto proprio niente affinché ciò non accadesse.  A volte credo che ormai è troppo tardi. Due giorni fa la gente applaudiva fuori la caserma.  Applaudiva gli ndranghetisti però. Qui sono loro lo Stato. Non si riesce più a distinguere il bene dal male. Sono dappertutto. Ci dividono 10 km da Scalea. Pensare che la cultura mafiosa non sia arrivata nel comune di Santa Domenica è da pazzi, nella remota speranza che ciò non è accaduto il pericolo che  succeda è troppo alto. In questi giorni in cui non più la fiducia in un cambiamento, penso alla bella esperienza del mese scorso. Oggi come non mai sono sempre più convinto della necessità che si aveva nel fare quella manifestazione. Tu e Faro siete riusciti ad accendere un piccola fiamma di speranza dentro di me e in molti altri giovani. Oggi 23 maggio, per il coraggio di Falcone, Borsellino, Peppino, per tutte le vittime della mafia, e permettimi di dire grazie al tuo coraggio, continuo ancora a sperare!                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                 Ciao, Andrea.

In questi giorni continuo a macinare in testa il dubbio se considerare la mafia un fenomeno criminale, ed allora ha ragione Falcone, prima o poi dovrebbe finire, o se si tratta di un fenomeno culturale, diun aspetto, anche se non globale, del nostro modo di essere meridionali, e, in tal caso ci vorrà davvero tantissimi tempo, perchè snaturare il modo di essere di un popolo non è facile , certe volte direi impossibile. Uno direbbe: anche gli indiani d'america sono stati ridotti a tranquilli cittadini chiusi  nelle loro aree, ma capirai che questa è deportazione. E  allora?  Allora continuo a credere nel proverbio: "Ci rissi u surci a nuci: dammi tempu ca ti spirtusu" (disse il topo alla noce: dammi tempo che ti buco). Oppure nel latino "gutta cavat lapidem" (la goccia scava la pietra). A patto che la goccia ci sia, perchè certe volte non c'è neanche quella     (Salvo)         

 

 

 

( 23 maggio 2015 )



Ci sono 1 commenti sulla notizia
(anonymous): 01/05/2017 02:29:13
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