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Solidarietà ai compagni del Laboratorio Zeta di Palermo

 

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Spazi di libertà

Il clima si fa sempre più pesante in Italia, si susseguono a ritmo serrato notizie di sgomberi ed attacchi violenti da parte del governo che è ormai scatenato senza ragione nella sua opera di repressione  e di cancellazione degli ultimi “giardini felici”, luoghi di accoglienza e di condivisione, dove i confini tra razze ed etnie, identità sessuali, classi e redditi economici non esistono.

Ieri con un’azione di prevaricazione inaspettata è stato sgomberato a Palermo il Laboratorio Zeta, centro sociale che riusciva a convogliare tutte le energie creative e di impegno sociale del territorio, essendo anche un punto di riferimento per le lotte antirazziste e una struttura che accoglieva decine di immigrati sudanesi a cui era stato riconosciuto lo status di rifugiati politici o concesso il permesso di soggiorno con finalità umanitarie.

Appena saputa la notizia ci siamo recati in via Arrigo Boito, sede del centro sociale, dove si sono concentrati circa un centinaio di manifestanti faccia a faccia con un forte spiegamento di forze dell’ordine completamente immotivato. In tre, intanto, sono saliti sul tetto della struttura per cominciare un’opera di resistenza che è durata fino a tarda notte. I carabinieri e la polizia schierati in assetto antisommossa non si sono fatti il minimo scrupolo nel provocare e caricare più volte il presidio auto-organizzato, l’ultima volta è accaduto in serata ed ha avuto risvolti pesanti: tre manifestanti sono stati feriti e arrestati ed oggi, 20 gennaio, saranno processati per direttissima.

Intanto i migranti precedentemente accolti dallo Zetalab hanno trascorso la notte all’addiaccio davanti all’ingresso pur di non abbandonare il luogo che li aveva accolti senza riserve.

Da mesi il Laboratorio Zeta era stato messo sotto pressione, visto che i locali occupati nel 2001 erano stati affidati con un bando non si sa quanto limpido alla famigerata associazione Aspasia che ha rifiutato qualsiasi mediazione o collocazione alternativa, adducendo come motivazione la volontà di ristabilire la legalità “liberando” il posto che era stato occupando dieci anni orsono, visto che dalla loro parte aveva anche una sentenza passata in giudicato.

Bene, è  proprio su questo terreno che vogliamo portare la discussione: cosa è “legale” oggi in Italia? Buttare fuori rifugiati politici senza alcun tipo di protezione per aprire nella struttura che li accoglieva un asilo privato, con tanto di finanziamenti e giri di denaro?  Cosa è “democratico”? Di certo occupare locali pubblici lasciati all’incuria e all’abbandono e trasformarli in un centro vitale di promozione culturale e impegno sociale. Per noi legale è tutto ciò che difende la democrazia e i diritti di tutti, cominciando dall’uguaglianza e dalla libertà, anche se al giorno d’oggi tutto questo comporta in alcuni casi schierarsi contro le istituzioni sempre più interessate da una vera e propria fascistizzazione. Del resto anche Peppino nelle sue lotte dal basso più volte è entrato in contrasto con il potere, usando mezzi di protesta che venivano giudicati “illegali” e lo sarebbero tuttora.

Siamo fortemente preoccupati per quanto oggi accade in Italia, anche nel profondo sud che è sempre stato più clemente e meno “disciplinato”, per come vengano cancellati con così tanta violenza i luoghi “altri”, centri dell’ “altra” cultura che tenta in ogni modo di resistere al rullo compressore del sistema che disgrega tutti i legami sociali e trasforma gli esseri umani in automi senza capacità di critica e di libera espressione, dediti al consumo e circondati dal più totale isolamento, facendo terreno bruciato attorno con l’egoismo, il razzismo e la paura nei confronti del diverso, del non omologato. Così assistiamo alla blindatura degli ultimi nostri spazi di libertà, circondati da gabbie e da muri che diventano sempre più stretti, opprimenti, non riducendo, però, la nostra volontà di resistere.

Esprimiamo piena solidarietà ai compagni del Laboratorio Zeta, resisteremo con voi e saremo  presenti al presidio previsto per la giornata di oggi 20 dicembre 2010 alle ore 16.00 in via Arrigo Boito (nei pressi della Stazione Notarbartolo) a Palermo.

La violenza repressiva del governo purtroppo continua a non suscitare alcuna reazione nei cittadini ormai completamente assoggettati e intanto l’Italia intera langue sonnolenta sempre più povera e sempre meno democratica. C’è quasi da augurarle che non si svegli mai, altrimenti potrebbe scoprire che sul velo di plastica che le hanno steso sul volto non ci sono quasi più buchi per poter respirare.

Giovanni Impastato

Marina Montuori

Associazione culturale Peppino Impastato – Casa Memoria

( 22 gennaio 2010 )



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